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20 dicembre 2021

Riflessioni sul secondo anno dell’era Covid

Una riflessione su quanto (non) è cambiato post Covid.

Fine anno è tempo di bilanci, in particolare in quest’anno secondo dell’era Covid della quale non si vede il termine anche se la campagna vaccinale ha sicuramente e decisamente migliorato la situazione. Quello che non è migliorato è invece, ad esempio, il settore della mobilità e dei trasporti pubblici che in una prima fase sono stati additati come una forma di sicuro contagio anche a seguito di una serie di decisioni prese dalle aziende di trasporto che, riducendo diversi servizi – probabilmente più per carenze nell’organizzazione del lavoro come nel caso di Trenord - hanno fatto si che per paradosso aumentasse l’affollamento sui pochi treni rimasti. Così tutti in macchina, vista come una sorta di guscio protettivo anche  per andare in Piazza del Duomo a Milano, tanto che in questi giorni pre natalizi più che di mobilità si ha a che fare con l’immobilità. Non si è colta l’esperienza pandemica per attuare, come propagandato inizialmente a gran voce e poi sempre più sommessamente, quel piano degli orari del lavoro (le scuole invece qualcosa hanno fatto) che avrebbe consentito invece sia di muoversi meglio che – unito allo smart working che per primo dal Ministro Renato Brunetta ha visto come un nemico e non come una risorsa – di lavorare meglio. Zero progressi o quasi sul fronte zero consumo del suolo, dove nei comuni si continua a realizzare vecchi progetti edilizi con consumo del territorio mentre il riuso delle aree dismesse o comunque già edificate non segna quei progressi che sarebbero auspicabili. Adesso, all’approssimarsi del 2022 non resta che augurarsi che il nostro Paese, con il determinante contributo degli Ingegneri, sappia cogliere le risorse economiche del PNRR per dare una svolta alle politiche ambientali, di mobilità e sociali; in definitiva in tutti i campi della società servono risposte nuove ad un problema nuovo come il Covid con cui comunque avremo a che fare per parecchio tempo.

Valter Aristodemo Artelli